Onorevoli Colleghi! - L'istituto dei consorzi tra scuole, che è ormai una realtà sempre più consolidata in molte regioni italiane, è stato introdotto dal regolamento sull'autonomia scolastica, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 8 marzo 1999, n. 275, e costituisce un'importante inversione di tendenza gestionale e organizzativa. Infatti, le scuole sono sempre state abituate a operare singolarmente, in modo individualistico, con una gelosa difesa del proprio spazio d'azione e della propria immagine specifica. La cooperazione con altre istituzioni scolastiche era finora limitata ai contatti «burocratici», obbligatori per gli adempimenti amministrativi, quali il trasferimento di alunni e di docenti o lo scambio occasionale di informazioni.
I piani educativi d'istituto (PEI) prima, e i piani dell'offerta formativa (POF) oggi, soprattutto in un momento di calo delle iscrizioni, hanno rafforzato, in un primo momento, una azione progettuale concorrenziale. Esigenze di continuità formativa e l'innalzamento dell'obbligo scolastico a 15 anni hanno dato avvio a rapporti di collaborazione e ad iniziative comuni tra scuole secondarie di primo e di secondo grado, appositamente studiati per il passaggio da una realtà didattica all'altra.
Il riconoscimento alle scuole dell'autonomia didattica e organizzativa, di ricerca, di sperimentazione e di sviluppo ha avviato il processo associativo consortile, infrangendo un tabù: le nuove scuole autonome hanno diversificato l'offerta distintiva didattico-disciplinare, da quella più prettamente progettuale, che può essere messa in comune. È così sorta la federazione tra scuole, che hanno cominciato a unirsi in consorzi, con una funzione di rappresentanza degli interessi dei consorziati, locali e regionali, con un consolidamento del processo autonomistico, ma anche con chiari obiettivi di politica scolastica,